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Parque de la Musica_Sevilla

Progetto di rivitalizzazione del quartiere attraverso la riproposizione della piazza e delle sue funzioni

 

Neighborhood revitalization project through the re-proposal of the plaza and its functions

 

date.    2018 
city.  Siviglia | Plaza Ponce de León
info.    
 concorso di progettazione

IL PROGETTO

 

Originariamente conosciuta come Plaza de Paja, la Plaza Ponce de León, centralità di spicco per l’aggregazione all’interno del contesto urbano di Siviglia e punto di incontro di alcune delle più importanti realtà viabilistiche della città – Calle Santiago e Calle Juan de Mesa che la collegano direttamente alle Calle Recaredo – è il luogo ideale per la rivitalizzazione del quartiere e della città. Da bando, l’area in oggetto dovrà diventare un nuovo riferimento per l’intera comunità, in cui mostre, laboratori e spettacoli diventeranno ambiti di dibattito finalizzati alla costruzione di sinergie necessarie al rafforzamento e alla diffusione della cultura del territorio: un edificio, dunque che possa diventare attrattore di nuove influenze pur esaltando l’identità antica della Spagna meridionale.

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Grazie al nuovo intervento di progetto, che ridefinisce e restituisce identità ad un luogo ormai diventato di mero passaggio, vittima di traffico e ingorghi, attraverso un’attenta commistione di spazi aperti e volumi puri, dettati dalla geometria di base e allineati alle direttrici delle forti preesistenze locali, la piazza prende vita, assurgendo al ruolo di catalizzatore della popolazione: ed ecco che la gradonata centrale per circa 300 persone, schermata dagli spazi adibiti a parcheggi pubblici a raso grazie alle naturalità di arbusti e parterre, si protende con lieve pendenza sulla piazza – palco, la cui quinta scenica diventa la città stessa. Le due volumetrie emergenti della torre e dell’edificio basso diventano quindi degli ‘argini culturali’: il primo volutamente ruotato a voler mimare la giacitura storica della Iglesia de Santa Catalina, senza avere l’ambizione di oscurarla ma traslandosi rispettosamente alla destra del suo asse principale, mentre il secondo pareggia in allineamento l’edificio dell’Emasesa, in una discesa graduale di altimetrie fino alla quota della piazza.

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Così come avviene per le forme, anche le funzioni interne si ripartiscono nei due nuovi edifici, che vedono collocati nell’edificio più alto le attività di leisure e tempo libero – dalla hall e bar - ristorante del piano terreno completamente vetrato e permeabile rispetto alla piazza, alla sala laboratorio di flamenco con relativi servizi del primo piano, passando per il bookshop dotato di ampia terrazza al secondo piano fino agli uffici del terzo ed ultimo piano, il cui valore 

aggiunto risulta essere la vista panoramica sui tetti di Siviglia – mentre le sale teatrali, rispettivamente di 400 e 200 posti, con tutti i servizi accessori richiesti, si collocano nell’edificio basso, al quale si accede dall’unico piano fuori terra per poi svilupparsi in continuità attraverso le gradonate in uno spazio ipogeo, riparato dall’inquinamento acustico e dall’illuminazione naturale non richiesta dal

tipo di funzione.

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Il rivestimento utilizzato per gli edifici, in pannelli in Marmo Crema Marfil - marmo spagnolo dal colore beige con sottili venature color oro, particolarità che dona al materiale un aspetto elegante e prezioso, rendendolo allo stesso tempo molto riconoscibile e caratterizzante e d’impronta moderna ed attuale – in concomitanza alla calda ruvidità dell’Acciaio Corten di serramenti e lamiere di rivestimento per le imbotti delle aperture, ben si sposa con lo stile spagnolo dei colori caldi delle giornate di sole.

 

Il sapiente gioco di forme, rotazioni e allineamenti di pieni e di vuoti si completa con le geometrie verdi piantumate ad Aceri Rossi e Gingko Biloba – o Albero di Capelvenere, specie antichissima che in vesti autunnali si ricopre di fogliame variopinto, dal rossiccio al giallo – che costituiscono il polmone della piazza, analogamente articolato sulle coperture dei volumi – inclinata nel caso della torre, accessibile e fruibile dal pubblico con fioriere e sedute nel caso del teatro – quasi a voler restituire alla natura le pertinenze sottratte dalla marmorea antropizzazione.

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